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How green are you?

Gli europei predicano bene ma razzolano male: una ricerca condotta da TNS per Vaillant fotografa l’indice green degli abitanti del Vecchio Continente. Ma l’Italia riserva grandi sorprese…

Milano, 5 maggio 2016 – Quanto ti interessano le tematiche relative al cambiamento climatico? Quanto ciascuno di noi è in grado di preservare l’ambiente evitando lo sfruttamento delle risorse? Può il comportamento sostenibile delle imprese contribuire al loro successo economico?

Queste alcune delle domande che sono state sottoposte alla popolazione europea per indagare atteggiamenti e abitudini in materia ambientale. La ricerca, commissionata da Vaillant e condotta da TNS, ha sondato oltre 13mila cittadini di 13 diversi Paesi del Vecchio Continente, realizzando il primo studio sul tema a livello europeo.

Dalle risposte degli intervistati, interrogati su temi che vanno dai consumi energetici alle abitudini relative alla mobilità, dalla natura al coinvolgimento sociale, ha preso vita il MyGreen IQ: un indice che, sommando comportamenti reali e buone intenzioni, restituisce un quadro della realtà a tratti inaspettata.

La ricerca, infatti, riserva grandi soprese, a partire dalla classifica generale. L’Italia conquista una posizione di tutto rilievo occupando il gradino più basso del podio, preceduta soltanto dall’Austria, al secondo posto, e dalla Turchia, al primo. Una classifica certamente inattesa, che vede paesi come la Germania, l’Olanda, la Francia e il Regno Unito, occupare la metà bassa della graduatoria, a dispetto di un’immagine particolarmente green che solitamente li accompagna.

Dall’indagine emerge una particolare sensibilità degli italiani nei confronti dei temi ambientali, considerati da più di un terzo della popolazione di importanza fondamentale, e che spinge uno su tre dei nostri concittadini a incitare gli altri ad assumere comportamenti più responsabili. Dalle risposte si evince che sono maggiormente le donne a sostenere la causa ‘green’, così come gli over 55 si dimostrano più sensibili all’argomento rispetto ai giovani adulti (25-34).

Particolarmente sentita è la tematica legata al consumo energetico degli edifici. Tanto da essere, per gli italiani, un fattore condizionante nell’acquisto di una casa: l’Italia si posiziona infatti al terzo posto fra i paesi considerati; a convalidare questa attitudine anche il secondo posto ottenuto nell’importanza attribuita alla smart home.

In termini di innovazione, gli europei in genere vorrebbero avere impianti di riscaldamento intelligenti, in grado di autoregolarsi (56%) e controllabili attraverso un’app direttamente dal proprio smartphone (31% media europea, 38% Italia).

I nostri connazionali si dimostrano poi particolarmente consapevoli dell’importanza di un impianto di climatizzazione efficiente. Il 35% degli abitanti del Bel Paese è cosciente del fatto che sostituire vecchi sistemi di riscaldamento con moderne tecnologie rappresenti il modo migliore per risparmiare energia e ridurre le emissioni (CO₂).

A questa consapevolezza, diffusa tra l’altro anche nel resto d’Europa, non corrisponde però - in tutto il Continente - una reale disponibilità a spendere di più per tecnologie di riscaldamento sostenibili ed efficienti. Significativo il fatto che, malgrado solo il 14% degli italiani si dichiari pronto a questo tipo di investimento, tale percentuale ci assicuri comunque il secondo posto in questa particolare categoria, preceduti solo dai turchi, con il 17%.

Tra le incoerenze degli europei emerge, con particolare forza, quella relativa ai comportamenti finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente; nonostante le tante buone intenzioni espresse, nei fatti solo 1 europeo su 5 dichiara di comportarsi in modo da preservare la natura per le generazioni a venire (un italiano su tre). Il dato è ancor più contraddittorio se si considera che solo il 12% degli abitanti del Vecchio Continente ritiene che tenere comportamenti ecologicamente virtuosi sia troppo scomodo o costoso.

In conclusione, sommando le buone intenzioni e i corrispettivi comportamenti degli europei si ottiene un indice di Green IQ non proprio esemplare. Eccezion fatta per gli italiani, che registrano un valore di tutto rispetto con un indice di Green IQ pari a 117, per la Turchia (127) e per l’Austria (123), dimostrazione emerge una forte incoerenza tra propensioni e azioni concrete in ambito green.